Semestre di silenzio assenso 2025: un’opportunità per il tuo futuro
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Semestre di silenzio assenso 2025: un’opportunità per il tuo futuro

Cosa si intende con silenzio assenso?

Il semestre di silenzio assenso è stato un meccanismo introdotto per favorire l’adesione dei lavoratori alla previdenza complementare, utilizzando il Trattamento di Fine Rapporto (TFR). Durante questo periodo, chi non effettuava una scelta esplicita sulla destinazione del proprio TFR vedeva automaticamente trasferita questa risorsa a un fondo pensione collettivo di categoria, come Fondapi, o a un’altra forma di previdenza complementare prevista dal contratto di lavoro.

Questo strumento nacque con l’obiettivo di semplificare e incentivare l’accesso ai fondi pensione, garantendo ai lavoratori un’opportunità concreta per costruire un futuro pensionistico più solido. Il meccanismo mirava a sensibilizzare lavoratrici e lavoratori sui neo-nati fondi pensione, attivando automaticamente l’adesione in assenza di una decisione esplicita da parte del lavoratore.

La Legge di Bilancio 2025

La Legge di Bilancio 2025 sembrava voler riproporre la possibilità di reintrodurre il meccanismo del semestre di silenzio assenso per la destinazione del TFR. Come in passato, l’obiettivo era quello di incentivare l’adesione automatica alla previdenza complementare per milioni di lavoratori italiani.

Anche in questo caso, lo strumento mirava a contrastare la tendenza all’inazione finanziaria, consentendo ai lavoratori di accumulare risorse aggiuntive per la pensione senza la necessità di un intervento attivo.

L’intento del legislatore era duplice: da un lato, rafforzare il secondo pilastro della previdenza sociale; dall’altro, sensibilizzare i lavoratori sull’importanza di integrare la pensione pubblica con risparmi personali, migliorando così la sostenibilità e l’equità del sistema previdenziale complessivo.

L’esperienza del silenzio assenso nel 2007: un passo storico per la previdenza complementare italiana

Come funzionò e quali furono le differenze?

L’esperienza del semestre di silenzio assenso del 2007 rappresentò un momento cruciale nella storia della previdenza complementare in Italia. La misura, introdotta con la riforma del TFR, obbligava i lavoratori del settore privato a esprimere una scelta sul destino del proprio TFR. In assenza di una decisione esplicita entro sei mesi, il TFR veniva automaticamente conferito al fondo pensione negoziale di riferimento previsto dal contratto collettivo di lavoro.

Quali furono gli effetti?

L’introduzione del silenzio assenso nel 2007 portò a un incremento significativo delle adesioni ai fondi pensione negoziali. In quell’anno, il numero totale di iscritti ai fondi pensione passò da circa 3,2 milioni a oltre 4,5 milioni, con un aumento del 43%. A dispetto delle aspettative, furono moltissime le adesioni volontarie di lavoratori e lavoratrici che cambiarono la destinazione del loro TFR in autonomia.

Fondapi e il semestre di silenzio assenso: un confronto tra chi si iscrisse e chi no

I risultati per gli iscritti (basati su dati reali)

L’adesione a Fondapi nel semestre di silenzio assenso ha rappresentato un’opportunità significativa per i lavoratori, consentendo loro di investire il proprio TFR nella previdenza complementare.

Ipotizzando un aderente con una RAL (Reddito Annuo Lordo) iniziale di circa 20.000€, i dati reali mostrano come egli abbia ottenuto rendimenti nettamente superiori rispetto alla rivalutazione del TFR lasciato in azienda. In base ai rendimenti netti del comparto Crescita e al suo contributo aggiuntivo mensile – oltre a quello dell’azienda – avrebbe accumulato oltre 58.000 euro entro il 2024, mentre chi ha lasciato il TFR in azienda si è fermato a circa 36.500 euro.

È importante inoltre considerare la tassazione. Ipotizzando che lo stesso aderente richieda la prestazione pensionistica integrativa a gennaio 2025, il valore accumulato di 58.000€ sarà tassato con un’aliquota IRPEF “favorevolissima”, pari al 14,1%. Mentre il collega che ha lasciato il TFR in azienda vedrà i suoi 36.500€ tassati con un’aliquota di circa il 24%. Un 10% in più. Sul suo conto corrente, quindi, l’aderente a Fondapi vedrà accreditati 49.800€, mentre il suo collega solamente 27.700€.

Per approfondire i vantaggi fiscali, visita la pagina dedicata.

I rendimenti passati non sono necessariamente indicativi di quelli futuri.

Storie di successo: come il TFR ha contribuito alla crescita dei risparmi previdenziali

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Clicca sul link che segue per vedere le altre recensioni: vedi le recensioni di Fondapi su TrustPilot.

Guardando al “Futuro Me”: perché considerare il fondo pensione

Se nel 2007 i dubbi e lo scetticismo potevano essere giustificati dalla mancanza di dati storici sulla previdenza complementare, oggi la realtà parla chiaro: chi ha aderito a Fondapi ha ottenuto risultati significativamente migliori rispetto a chi ha lasciato il TFR in azienda.

I numeri lo dimostrano senza ambiguità: mentre il TFR accantonato in azienda ha seguito un ritmo di rivalutazione limitato, i comparti di investimento di Fondapi hanno generato un capitale nettamente superiore, garantendo agli aderenti una riserva previdenziale più solida e performante.

Per i giovani lavoratori di oggi, non ci sono più alibi: il vantaggio della previdenza complementare è evidente e i risultati concreti lo confermano.

Ecco perché Fondapi ha lanciato “FUTURO ME”, una promozione dedicata ai più giovani per aiutarli a compiere fin da subito una scelta previdente e vantaggiosa.

Costruire il proprio futuro previdenziale è una decisione che non può più essere rimandata.

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